Il consumo di una piccola quantità di proteine del siero del latte ha aiutato un gruppo di adulti con diabete di tipo 2 a controllare i livelli di glucosio. In particolare, l’assunzione delle proteine prima di ogni pasto principale per una settimana ha permesso ai pazienti di trascorrere 2 ore in più al giorno con un livello di glicemia normale. Si è visto inoltre che i partecipanti presentavano i livelli giornalieri di glucosio più bassi rispetto al periodo in cui hanno assunto una bevanda senza le proteine in questione.
«Le escursioni glicemiche postprandiali contribuiscono in maniera preponderante al controllo glicemico nel complesso. Durante degli studi di alimentazione in laboratorio, il consumo di proteine del siero del latte prima di un pasto riduce la glicemia postprandiale in individui con diabete di tipo 2» si legge su BMJ Open Diabetes Research and Care. Non era chiaro però se i benefici di questa integrazione fossero presenti anche nella cura quotidiana o se si associassero a esiti riguardanti la glicemia significativi sul piano clinico. Nello studio, 18 persone di età media di 50 anni con diabete di tipo 2 hanno assunto per 7 giorni 15 grammi di proteine del siero del latte 10 minuti prima di ogni pasto (colazione, pranzo e cena). Gli stessi partecipanti hanno poi consumato una bevanda placebo al posto di quella proteica durante un’altra settimana, con lo stesso schema di assunzione. Da notare che nel frattempo non hanno modificato la propria alimentazione, il livello di attività fisica o i farmaci utilizzati. Mediante il monitoraggio continuo del glucosio si è osservato che l’assunzione di proteina whey, rispetto a quella del placebo, diminuiva il tempo giornaliero trascorso dai pazienti in iperglicemia, il che gli ha permesso di trascorrere 2 ore al giorno in più in una condizione di euglicemia (3,9-10,0 mmol/L). Si è notata anche una riduzione delle concentrazioni di glucosio medie giornaliere dello 0,6 mmol/L.
«Poiché a livello globale le persone che sviluppano diabete sono sempre più numerose, diventa importante studiare possibili alternative ai farmaci, come integratori alimentari» ha affermato Daniel J West, della Newcastle University nel Regno Unito Newcastle, ultimo nome dello studio. I ricercatori vorrebbero analizzare i vantaggi di interventi non farmacologici in studi su larga scala e per periodi più lunghi e studiare proteine di origine vegetale, che possano essere utilizzate anche dai vegani e da chi ne ha necessità per motivi religiosi.
BMJ Open Diabetes Research and Care 2022. Doi: 10.1136/bmjdrc-2022-002820.
http://dx.doi.org/10.1136/bmjdrc-2022-002820
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Fonte: Doctor33