Le attuali definizioni di sovratrattamento del diabete sono inadeguate. Un nuovo studio indica la necessità urgente di ridefinire i criteri per la gestione terapeutica nelle popolazioni vulnerabili.
Uno studio appena pubblicato su Diabetes Care ha evidenziato come le attuali definizioni di “sovratrattamento” (overtreatment) del diabete, utilizzate per prevenire ipoglicemie negli anziani con diabete di tipo 2 trattati con insulina, siano inadeguate. Coordinato da Antoine Christiaens, dell’Université catholique de Louvain a Bruxelles, lo studio ha coinvolto 134 pazienti anziani della coorte HYPOAGE, con l’obiettivo di valutare la capacità predittiva delle definizioni proxy di overtreatment nel rilevare episodi ipoglicemici. I risultati indicano la necessità urgente di ridefinire i criteri per la gestione terapeutica in questa popolazione vulnerabile.
Le ipoglicemie, una delle complicanze più temute del trattamento intensivo del diabete, continuano a verificarsi frequentemente negli anziani, nonostante l’adozione di soglie di emoglobina glicata (HbA1c) più conservative. Il lavoro del gruppo di Christiaens dimostra che le attuali soglie di HbA1c, utilizzate come indicatori di overtreatment, non sono efficaci nel prevenire episodi di ipoglicemia.
Nello studio, il “diabetes overtreatment” è stato definito secondo due proxy differenti: una definizione fissa, con HbA1c inferiore al 7%, e una definizione individualizzata che variava la soglia di HbA1c (7%, 7,5% e 8%) in base allo stato di salute del paziente. I risultati hanno mostrato che, indipendentemente dalla definizione utilizzata, quasi tutti i pazienti sperimentavano episodi di ipoglicemia. Questo dato è stato riscontrato nel 100% dei pazienti overtreated secondo la definizione fissa e nel 94,3% di quelli overtreated secondo la definizione individualizzata.
Inoltre, il tempo trascorso al di sotto della soglia di ipoglicemia (TBR) è risultato essere significativamente più alto nei pazienti overtreated rispetto a quelli non overtreated, con un valore mediano del 6,3% contro il 2,6% per la definizione fissa, e del 4,1% contro il 2,6% per quella individualizzata. Questo suggerisce che le attuali definizioni non solo sono poco predittive, ma potrebbero anche esacerbare il rischio di ipoglicemia.
Dal punto di vista metodologico, lo studio ha utilizzato il monitoraggio glicemico continuo (CGM) per un periodo di 28 giorni su pazienti anziani con diabete di tipo 2, trattati con insulina da almeno sei mesi. Questa metodologia ha permesso di raccogliere dati molto dettagliati sul profilo glicemico dei pazienti, evidenziando le carenze delle definizioni attuali di overtreatment.
Le conclusioni dello studio sono chiare: “Le attuali definizioni di overtreatment del diabete sono insufficienti per gestire il rischio di ipoglicemia nei pazienti anziani trattati con insulina,” concludono Christiaens e colleghi, sottolineando l’urgenza di sviluppare nuovi criteri che possano migliorare la sicurezza e l’efficacia del trattamento del diabete in questa popolazione, minimizzando il rischio di complicanze gravi come l’ipoglicemia.
Diabetes Care 2024. Doi: 10.2337/dc24-1058
http://doi.org/10.2337/dc24-1058
Fonte: Doctor33