L’indicazione emerge da un nuovo studio pubblicato dall’European Journal of Preventive Cardiology, una rivista della Società Europea di Cardiologia (ESC).
I ricercatori dello studio CARDIA (Coronary Artery Risk Development in Young Adults) hanno misurato l’intake di bevande zuccherate ( bibite analcoliche, bevande alla frutta, bevande energetiche) e dello zucchero aggiunto a cibi e bevande, in una coorte di 3.070 soggetti sani di età compresa tra 18 e 30 anni, nell’arco di venti anni (1985-2005).
L’assunzione totale degli zuccheri con alimenti e bevande è stata misurata all’inizio dello studio, al settimo e al ventesimo anno. Dopo 25 anni (nel 2010) sono state eseguite scansioni di tomografia computerizzata (TC) del torace e dell’addome per misurare i volumi di grasso nell’addome e pericardico.
I soggetti classificati nei quintili con la maggiore assunzione di zuccheri aggiunti nell’arco dei vent’anni avevano depositi di grasso maggiori introno al cuore. Una relazione simile è stata osservata per il tessuto adiposo viscerale.
“I nostri risultati forniscono ulteriori prove del fatto che il consumo eccessivo di zuccheri aggiunti e bevande zuccherate è correlato a una maggiore quantità di tessuto adiposo – ha dichiarato l’autore dello studio Lyn Steffen, della School of Public Health dell’Università del Minnesota (Usa) – E sappiamo che i depositi di grasso sono associati a maggiori rischi di malattie cardiache e diabete.”
Gli autori consigliano ai consumatori di leggere le etichette degli alimenti per verificare la quantità di zucchero aggiunto in ciò che stanno acquistando. Ingredienti come sciroppi, glucosio, fruttosio, saccarosio e maltosio indicano l’aggiunta di zuccheri.
Per ridurre la quantità di zuccheri si può semplicemente bere acqua invece di bevande zuccherate e scegliere spuntini più sani rispetto ai cibi ricchi di zuccheri aggiunti.
“Oltre agli sforzi individuali – aggiunge Steffen – i governi, i produttori di alimenti, i ristoranti, le scuole e i luoghi di lavoro hanno un ruolo da svolgere nel sensibilizzare i consumatori sul contenuto di zucchero di alimenti e bevande e nell’offrire alternative più salutari”.