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Diabete, metformina riduce il rischio di sostituzione di articolazioni nei pazienti

L'uso della metformina è associato a un rischio significativamente ridotto di sostituzione totale di un'articolazione.

L’uso della metformina nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 è associato a un rischio significativamente ridotto di sostituzione totale di un’articolazione, secondo uno studio pubblicato su CMAJ. «Non era chiaro se l’uso di metformina fosse associato a un rischio ridotto di sostituzione articolare nei pazienti con diabete mellito di tipo 2. Per questo abbiamo cercato di stabilire se questo fosse vero nel caso della sostituzione totale del ginocchio (TKR) o dell’anca (THR) in questa popolazione» spiega Zhaohua Zhu, della Southern Medical University di Guangzhou (Cina), primo nome dello studio.

I ricercatori hanno selezionato pazienti con diabete mellito di tipo 2 diagnosticato tra il 2000 e il 2012 da un database nazionale di Taiwan. Nello studio sono stati inclusi 20.347 partecipanti che non erano stati trattati con metformina e 20.347 che avevano invece ricevuto il farmaco, per un totale di 40.694 individui con età media 63 anni. Ebbene, l’analisi dei dati ha mostrato che rispetto ai partecipanti che non avevano utilizzato metformina, quelli che l’avevano assunta avevano rischi inferiori di TKR o THR, dopo aggiustamento per le variabili confondenti. Le analisi di corrispondenza del punteggio di propensione (10.163 partecipanti non trattati con metformina rispetto a 10.163 trattati con metformina) e le analisi di sensibilità hanno mostrato risultati simili.

«Abbiamo scoperto che l’uso di metformina nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 è associato a un rischio significativamente ridotto di sostituzione articolare, e questo fatto suggerisce un potenziale effetto terapeutico di tale farmaco nei pazienti con artrosi. Saranno necessari studi clinici controllati randomizzati in tali individui per determinare se la metformina sia davvero efficace nel ridurre la necessità di sostituzione articolare anche in questo gruppo di pazienti» concludono gli autori.

CMAJ 2022. Doi: 10.1503/cmaj.220952
http://doi.org/10.1503/cmaj.220952

fonte: Doctor33

fonte:

Doctor33

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