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Diabete di tipo 1, insulina per via inalatoria non inferiore alla terapia insulinica abituale #ADA24

L’insulina per inalazione si è rivelata non inferiore alla terapia abituale per quanto riguarda l emoglobina glicata e i parametri di monitoraggio continuo del glucosio.

Secondo i risultati dello studio INHALE-3 presentati al congresso 2024 dell’American Diabetes Association (ADA), negli adulti con diabete di tipo 1 l’insulina per inalazione si è rivelata non inferiore alla terapia abituale per quanto riguarda la variazione dei livelli di emoglobina glicata e i parametri di monitoraggio continuo del glucosio.

L’insulina Technosphere è un’insulina umana regolare ad azione rapida che viene somministrata tramite un inalatore, approvata dalla FDA nel giugno 2014 per gli adulti con diabete di tipo 1 e di tipo 2. Nei nuovi risultati presentati al congresso ha fornito benefici glicemici simili a quelli della cura abituale, tuttavia con risultati variabili tra i partecipanti, considerato che il 21% degli adulti ha migliorato dello 0,5% i livelli di emoglobina glicata (HbA1c) mentre il 26% ha invece avuto un peggioramento di almeno lo 0,5%.

«Questi risultati sottolineano l’importanza dell’educazione del paziente quando si avvia la terapia con insulina Technosphere e si personalizza la cura per ogni persona» ha affermato Irl Hirsch, professore di medicina presso la University of Washington School of Medicine School of Medicine a Seattle. «Questa insulina non è per tutti, ma per alcuni rappresenta davvero un’opzione importante».

Insulina per inalazione vs terapia insulinica abituale
INHALE-3 era uno studio randomizzato e controllato che ha arruolato 123 adulti con diabete di tipo 1 da almeno 6 mesi e una HbA1c inferiore all’11% (età media 45 anni, 54% donne, 89% bianchi). I partecipanti dovevano utilizzare regolarmente un dispositivo per il monitoraggio continuo del glucosio (CGM), utilizzare la stessa somministrazione di insulina per almeno 3 mesi prima dello studio e ricevere da 20 a 100 U di insulina giornaliera.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale in rapporto 1:1 al trattamento con insulina per via inalatoria più insulina degludec e un dispositivo CGM, oppure alla terapia insulinica abituale più CGM per 17 settimane. Al basale sono stati effettuati prelievi di sangue per misurare l’HbA1c, il volume espiratorio forzato (una misura del volume di aria che una persona può espirare in 1 secondo) e gli esiti riferiti dai pazienti, raccolti nuovamente a 17 settimane. La titolazione della dose è avvenuta durante le prime 4 settimane dello studio. L’endpoint primario era la non inferiorità dell’insulina per via inalatoria in termini di controllo della HbA1c a 17 settimane.

Insulina Technosphere non inferiore alle cure abituali
Lo studio ha raggiunto l’obiettivo primario, grazie a livelli di HbA1c del 7,6% nel gruppo insulina per via inalatoria e del 7,5% nel gruppo di terapia abituale (P=0,01 per la non inferiorità). Il time-in-range misurato dal CGM (glucosio compreso tra 70 e 180 mg/dl) è stato rispettivamente del 52% e del 51%, e anche il tempo trascorso in ipoglicemia (glucosio inferiore a 70 mg/dl) era simile tra i due gruppi (2% vs 2,1%, P=0,002 per non la inferiorità).

Non sono state osservate differenze tra i gruppi nel disagio legato al diabete, nella consapevolezza dell’ipoglicemia o nella soddisfazione del trattamento con insulina. Entrambi i gruppi hanno avuto anche una variazione simile del peso corporeo dal basale a 17 settimane.

Almeno un evento avverso si è verificato nel 77% del gruppo insulina inalatoria e nel 64% del gruppo di terapia abituale. L’effetto collaterale più comune correlato all’insulina Technosphere è stata la tosse. Non sono state rilevate differenze nel volume espiratorio forzato tra i due gruppi e nessun paziente ha avuto una riduzione del volume espiratorio forzato di almeno il 20% a 17 settimane.

Esiti differenti a seconda della modalità di somministrazione dell’insulina prima dello studio
I ricercatori hanno anche presentato i dati di un’analisi dei sottogruppi che ha valutato i risultati in base al metodo di somministrazione dell’insulina pre-studio, con il 48% dei pazienti che utilizzava la somministrazione automatizzata di insulina, il 44% iniezioni giornaliere multiple e il 6% una pompa per insulina potenziata da sensori. Dopo insulina Technosphere, a 17 settimane la HbA1c era del 7,6% negli utilizzatori prima dello studio di iniezioni giornaliere multiple di insulina e di pompe potenziate con sensore e del 7,7% in quanti prima dello studio assumevano insulina tramite somministrazione automatizzata.

Il time-in-range è aumentato dal 49% al basale al 52% a 17 settimane nei primi due sottogruppi di utilizzatori, mentre è diminuito dal 55% al ​​basale al 51% a 17 settimane nei soggetti con somministrazione automatizzata di insulina prima dello studio, soprattutto durante la notte.

Risultati non omogenei nella popolazione dello studio
L’insulina Technosphere si è dimostrata non inferiore alla terapia abituale, ma i risultati variavano da persona a persona. Il 30% dei pazienti ha raggiunto livelli di HbA1c inferiori al 7% a 17 settimane e il 21% ha migliorato la HbA1c di almeno lo 0,5% rispetto al basale, tuttavia nel 26% dei partecipanti la HbA1c è aumentata di almeno lo 0,5%.

Una simile eterogeneità è stata osservata con il time-in-range, che è risultato di almeno il 70% nel 24% dei pazienti e che è migliorato di almeno 10 punti vs basale nel 25% dei soggetti, mentre nel 31% dei casi è diminuito di 10 o più punti.

Questa variabilità è stata osservata anche nell’analisi dei sottogruppi. Il 23% degli utilizzatori di iniezioni giornaliere multiple o della terapia con pompa potenziata prima dello studio ha migliorato la HbA1c di almeno lo 0,5% vs basale, mentre tra quanti utilizzavano la somministrazione automatizzata di insulina il 19% ha ottenuto tale miglioramento e il 30% ha invece peggiorato la HbA1c di almeno 0,5 punti percentuali.

«La variabilità dei risultati tra quanti hanno ricevuto l’insulina inalatoria era molto superiore a quella riscontrata nel gruppo di cura abituale» ha osservato Carol Levy, direttrice del Mount Sinai Diabetes Center e professoressa nel dipartimento di medicina e dipartimento di ostetricia, ginecologia e scienze riproduttive presso la Icahn School of Medicine del Mount Sinai. «Non esiste una soluzione unica per tutti. Tutti noi forniamo assistenza ai diabetici e sappiamo che un regime di trattamento che funziona per un individuo potrebbe non essere ottimale per un altro».

Referenze

Akturk HK et al. Symposium – The efficacy and safety of inhaled insulin used with insulin degludec compared with automated insulin delivery or multiple daily insulin injections in adults with type 1 diabetes – Results of the INHALE-3 randomized trial. Presented at: American Diabetes Association Scientific Sessions; June 21-24, 2024; Orlando.

Fonte: Pharmastar

fonte:

Pharmastar

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