Gli adolescenti che aumentano la massa grassa hanno maggiori probabilità di avere una peggiore resistenza all’insulina da giovani adulti, soprattutto se il grasso è addominale, tuttavia un aumento della massa magra può proteggere dall’aumento dell’insulino resistenza e dall’iperinsulinemia, ha rilevato uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.
Il crescente aumento della prevalenza dell’obesità nei bambini e negli adolescenti e il corrispondente incremento della prevalenza del diabete di tipo 2 a esordio giovanile richiedono tempistiche di intervento efficaci, volte ad attenuare questo rischio per la salute globale. La World Obesity Federation stima che un quarto di miliardo di bambini e adolescenti potrebbero convivere con l’obesità entro il 2030.
Di recente è stato riportato che il comportamento sedentario può ridurre in modo indipendente la sensibilità all’insulina nei bambini e negli adolescenti a rischio di obesità, e l’aumento dell’indice di massa corporea (BMI) infantile è stato associato a morbilità cardiovascolari e mortalità prematura in età adulta.
Diversi studi sulla relazione tra obesità infantile e adolescenziale si sono basati su misure surrogate dell’obesità come il BMI e la circonferenza della vita, che non discriminano tra l’effetto della massa grassa e della massa magra sulle alterazioni metaboliche, pertanto sono necessari studi prospettici su larga scala e a lungo termine sulla massa grassa misurata direttamente in relazione agli indici metabolici, in modo da chiarire il ruolo indipendente della massa grassa corporea totale rispetto all’alterazione metabolica, hanno premesso gli autori.
«Interrompere l’aumento della massa grassa nella tarda adolescenza, prima che inizi il circolo vizioso massa grassa-resistenza all’insulina all’età di 17-24 anni, probabilmente preverrà l’insorgenza del diabete di tipo 2 in età avanzata» ha affermato il primo autore Andrew Agbaje, ricercatore clinico presso l’Institute of Public Health and Clinical Nutrition, School of Medicine alla University of Eastern Finland e ricercatore onorario presso il Children’s Health and Exercise Research Center nel dipartimento di scienze della salute pubblica e dello sport dell’Università di Exeter, UK. “Gli operatori sanitari dovrebbero considerare l’eccesso di grasso totale e di grasso addominale all’età di 17 anni come un’emergenza da affrontare con urgenza».
Valutazione del ruolo della massa grassa nell’alterazione metabolica
I ricercatori hanno raccolto dati da 3.160 adolescenti che hanno partecipato all’Avon Longitudinal Study of Parents and Children (ALSPAC), dei quali erano disponibili i dati completi sulla composizione corporea e sugli esiti metabolici. La massa grassa corporea totale, la massa grassa del tronco e la massa magra corporea totale sono state misurate attraverso una scansione DXA (assorbimetria a raggi X a doppia energia) all’età di 15, 17 e 24 anni, quando sono stati raccolti anche campioni di sangue a digiuno.
I partecipanti erano considerati a rischio di iperglicemia se avevano una glicemia a digiuno superiore a 6,1 mmol/l e a rischio di iperinsulinemia con un livello di insulina superiore a 11,78 mU/l. Per ciascun soggetto sono stati calcolati il modello di omeostasi della resistenza all’insulina e il Single-Point Insulin Sensitivity Estimator (SPISE, un metodo matematico relativamente semplice per stimare la sensibilità all’insulina basato su misurazioni cliniche di routine e di laboratorio come BMI, trigliceridi e colesterolo HDL).
Attività fisica per contrastare il circolo vizioso massa grassa-resistenza all’insulina
Entrambi i sessi hanno mostrato un aumento della massa grassa e della massa magra dai 15 ai 24 anni. La glicemia a digiuno, l’insulina e la resistenza all’insulina sono diminuite dai 15 ai 17 anni, prima di aumentare dai 17 ai 24 anni.
Dopo l’aggiustamento per le covariate, ogni aumento di 1 kg di massa grassa totale e massa grassa del tronco e ogni aumento di 1 kg/m2 del BMI dai 15 ai 24 anni ha aumentato la probabilità di iperglicemia, iperinsulinemia ed elevata resistenza all’insulina (P< 0,001 per tutti).
Ogni aumento di 1 kg di massa magra riduceva invece il rischio di iperinsulinemia (P=0,007) e aumentava la resistenza all’insulina (P=0,009). Gli aumenti cumulativi della massa grassa totale, della massa grassa del tronco, del BMI e della massa magra erano tutti inversamente associati al punteggio SPISE.
«Ogni aumento di 1 kg di grasso del tronco accresce il rischio di peggiorare progressivamente la resistenza all’insulina del 21%, mentre lo stesso incremento di grasso corporeo totale aumenta il rischio del 12%» ha detto Agbaje. «Questo suggerisce che il grasso addominale può essere due volte più pericoloso del grasso corporeo totale nel causare potenzialmente resistenza all’insulina. Tuttavia l’aumento della massa muscolare può ridurre leggermente questo rischio».
Il colesterolo cumulativo HDL e LDL, i trigliceridi, la pressione arteriosa sistolica e la massa magra hanno parzialmente mediato l’associazione tra aumento della massa grassa e aumento della resistenza all’insulina. Il colesterolo LDL ha avuto un effetto di mediazione del 41% sull’associazione tra incremento della massa magra e riduzione della resistenza all’insulina. L’aumento cumulativo della massa grassa ha avuto una mediazione dell’85% sulle associazioni longitudinali tra aumento della massa magra e aumento della resistenza all’insulina.
«In precedenza abbiamo dimostrato che almeno 3 o 4 ore al giorno di attività fisica leggera possono ridurre significativamente la massa grassa e invertire l’effetto negativo della sedentarietà, mentre impegnarsi in un’attività fisica da moderata a vigorosa può aumentare la massa muscolare» ha spiegato Agbaje. «La combinazione delle due diverse intensità di attività fisica può essere fondamentale per prevenire in modo non farmacologico il circolo vizioso massa grassa-resistenza all’insulina. Sono tuttavia necessari studi di intervento, in particolare studi clinici randomizzati, per confermare questi risultati nella popolazione giovane».
Referenze
Agbaje AO et al. DEXA-based Fat Mass with the Risk of Worsening Insulin Resistance in Adolescents: A 9-Year Temporal and Mediation Study. J Clin Endocrinol Metab. 2024 Jan 4:dgae004.
fonte: Pharmastar