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Gli effetti del controllo glicemico intensivo durano a lungo

Il controllo glicemico intensivo nei pazienti con diabete di tipo 2 ha effetti benefici di lunga durata.

Per i pazienti trattati con metformina, le riduzioni relative del rischio sono state del 20% per la mortalità per qualsiasi causa e del 31% per l’infarto miocardico, con riduzioni assolute del rischio del 4,9% e del 6,2%

L’estensione fino a 24 anni dello UK Prospective Diabetes Study (UKPDS 91) conferma che il controllo glicemico intensivo nei pazienti con diabete di tipo 2 ha effetti benefici di lunga durata. Questa scoperta è di grande rilevanza per la pratica clinica, poiché sottolinea l’importanza di un trattamento intensivo precoce per ridurre il rischio di complicazioni e mortalità a lungo termine.
Amanda I. Adler e colleghi dell’Università di Oxford hanno seguito 5.102 pazienti con diabete di tipo 2, arruolati tra il 1977 e il 1991, per un periodo esteso fino a 42 anni, utilizzando dati amministrativi raccolti dal National Health Service (NHS). I risultati sono stati pubblicati su Lancet.

Lo studio originale UKPDS aveva assegnato casualmente i pazienti a due gruppi: uno riceveva un controllo glicemico intensivo (con sulfoniluree o insulina, oppure metformina per i pazienti sovrappeso), l’altro un controllo glicemico convenzionale basato principalmente sulla dieta. Dopo il termine dell’intervento di 20 anni, 3.277 partecipanti sopravvissuti sono entrati in un periodo di monitoraggio post-trattamento di 10 anni, seguito da un ulteriore follow-up di 14 anni tramite il collegamento ai dati amministrativi NHS.
L’analisi ha rivelato che gli effetti benefici del controllo glicemico intensivo non sono diminuiti nel tempo. Nei pazienti trattati con sulfoniluree o insulina, rispetto al controllo convenzionale, si sono osservate riduzioni relative del rischio del 10% per la mortalità per qualsiasi causa, del 17% per l’infarto miocardico e del 26% per le malattie microvascolari. Le riduzioni assolute del rischio corrispondenti sono state rispettivamente del 2,7%, 3,3% e 3,5%.
Per i pazienti trattati con metformina, le riduzioni relative del rischio sono state del 20% per la mortalità per qualsiasi causa e del 31% per l’infarto miocardico, con riduzioni assolute del rischio del 4,9% e del 6,2%.

“Raggiungere una glicemia prossima alla norma immediatamente dopo la diagnosi potrebbe essere essenziale per minimizzare il rischio di complicazioni legate al diabete per tutta la vita” commenta Adler.

Lancet 2024. Doi: 10.1016/S0140-6736(24)00537-3
http://doi.org/10.1016/S0140-6736(24)00537-3

Fonte: Doctor33

 

fonte:

Doctor33

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