Un nuovo studio, pubblicato sul British Journal of Sports Medicine rileva che anche un modesto incremento di poco più di un’ora nell’attività fisica settimanale è associato a un notevole calo del rischio, pari al 33%. Ciò che emerge con chiarezza è che gli effetti positivi si manifestano sia per brevi periodi che per sessioni più prolungate. Tali risultati aggiungono così un importante tassello alla comprensione del legame tra attività fisica e salute renale, fornendo una prospettiva fondamentale per la gestione clinica.
L’effetto dell’esercizio fisico sulla funzionalità renale nei pazienti diabetici
Il diabete è la principale causa di malattia renale cronica (CKD), rappresentando il 30-50% di tutti i casi. Le prove indicano che l’esercizio fisico, nel breve termine, può migliorare la funzionalità renale nei pazienti affetti da diabete di tipo 2. Tuttavia, la questione se questi benefici si estendano nel lungo termine e siano influenzati dalla durata delle sessioni di allenamento rimane aperta. Per risolvere questo quesito, i ricercatori hanno condotto un’analisi secondaria dei dati dello studio Look AHEAD, coinvolgendo 1.746 partecipanti diabetici, in sovrappeso/obesi, con un’età media di 58 anni.
Riduzione del rischio di CKD fino al 33%
Complessivamente, un aumento cumulativo della media settimanale di attività fisica è stato correlato a un rischio inferiore del 9% e del 19% se tali periodi si protraggono per almeno 10 minuti alla volta. Inoltre, incrementare l’attività fisica di almeno un’ora alla settimana nei primi 4 anni di studio ha dimostrato di ridurre il rischio del 33%. Un rischio inferiore di progressione verso la CKD è stato osservato anche per aumenti dell’attività fisica da moderata a vigorosa accumulati in periodi sia <10 minuti che ≥10 minuti.
Attività fisica regolare ha effetti antiinfiammatori diretti e migliora gli esiti clinici
I ricercatori sottolineano che “Questi risultati sono coerenti con l’evidenza che l’attività fisica regolare ha effetti antinfiammatori diretti e può promuovere il controllo glicemico, migliorare la sensibilità all’insulina, la pressione sanguigna, i profili lipidici e altri fattori di rischio metabolici e cardiovascolari, tutti fattori che sono associati alla funzionalità renale. Inoltre, l’associazione tra attività fisica da moderata a intensa e la progressione verso malattia renale cronica era quasi lineare, senza un plateau osservabile o una soglia chiara, suggerendo che le persone con diabete dovrebbero essere incentivate a impegnarsi in un’intensità di esercizio fisico quanto più elevata possibile, fino al limite della loro tolleranza, al fine di massimizzare i benefici.”
fonte: Farmacista33